Prevenzione dell’ictus con Ticagrelor nei pazienti con precedente infarto miocardico


Nello studio PEGASUS-TIMI 54 ( Prevention of Cardiovascular Events in Patients With Prior Heart Attack Using Ticagrelor Compared to Placebo on a Background of Aspirin-Thrombolysis in Myocardial Infarction 54 ), Ticagrelor ( Brilique ) ha ridotto il rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori quando è stato aggiunto ad Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) a basso dosaggio nei pazienti stabili con precedente infarto miocardico, con conseguente approvazione di Ticagrelor 60 mg due volte al giorno per la prevenzione secondaria a lungo termine.

È stata studiata l'incidenza di ictus, gli esiti dopo l'ictus e l’efficacia di Ticagrelor concentrandosi sulla dose approvata di 60 mg due volte al giorno per ridurre l’ictus in questa popolazione.

I pazienti sono stati seguiti per un periodo mediano di 33 mesi.

Su 14.112 pazienti assegnati in modo casuale a placebo o a Ticagrelor 60 mg, 213 hanno manifestato un ictus; 85% di questi ictus era ischemico.
In totale il 18% degli ictus è risultato fatale e un altro 15% ha portato a disabilità moderata o grave a 30 giorni.

Ticagrelor ha ridotto in modo significativo il rischio di ictus ( hazard ratio, HR=0.75; P=0.034 ), guidato da una riduzione dell’ictus ischemico ( HR=0.76 ).

L’ictus emorragico si è verificato in 9 pazienti trattati con placebo e in 8 pazienti con Ticagrelor.

Una meta-analisi di 4 studi clinici controllati con placebo di terapia antiaggregante più intensiva in 44.816 pazienti con malattia coronarica ha confermato una marcata riduzione dell’ictus ischemico ( HR=0.66; P=0.0001 ).

In conclusione, i pazienti ad alto rischio con precedente infarto miocardico sono a rischio di ictus, circa un terzo dei quali è fatale o porta a disabilità da moderata a grave.
L'aggiunta di Ticagrelor 60 mg due volte al giorno ha ridotto significativamente il rischio senza un eccesso di ictus emorragico, ma con più sanguinamento maggiore.
Nei pazienti ad alto rischio con malattia coronarica, una terapia antiaggregante più intensiva dovrebbe essere considerata non solo per ridurre il rischio di eventi coronarici, ma anche di ictus. ( Xagena2016 )

Bonaca MP et al, Circulation 2016; 134: 861-871

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